martedì 27 maggio 2014

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE 5 STELLE SU COSTRUZIONE CENTRALE BIOGAS SU ZONA ESONDABILE

Legislatura 17ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 246 del 14/05/2014
FUCKSIA, SERRA, PUGLIA, BLUNDO, CATALFO, BERTOROTTA, CAPPELLETTI, MONTEVECCHI, MOLINARI – Al Ministro dell’interno – Premesso che:
il 3 maggio 2014 la regione Marche è stata interessata da fortissime piogge, che hanno provocato l’esondazione del fiume Misa e una grave alluvione, che ha riguardato soprattutto la provincia di Ancona e in particolare la città di Senigallia, dove due persone hanno perso la vita e si sono registrati un lungo black-out e ingenti danni alle abitazioni, alle strade e alle attività produttive;
ulteriori danni si sono registrati nelle aree di Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio (Fermo), dove da poco era terminata la bonifica delle spiagge. Ad Ascoli Piceno si è verificata una frana c he ha interessato la strada statale Salaria c on conseguente interruzione dell’unico collegamento c on altri comuni. Altre strade sono state interrotte per frana a Fermo. La medesima situazione si è osservata nel territorio circostante la città di Urbino. Anche lungo la c osta a nord di Senigallia, nei comuni di Gabicce Mare e Marotta, in provincia di Pesaro e Urbino, si sono verificati allagamenti. Nell’entroterra si sono vissuti forti disagi per la mancanza di acqua potabile a causa della rottura delle condutture idriche;
le condizioni della c osta destano forti preoccupazioni, anche per il fatto c he si è in prossimità dell’avvio della stagione estiva. Inoltre, a parere degli interroganti, grave è l’impatto dell’evento alluvionale per le attività agricole, visto che molte colture sono in un momento che può essere definito “di non ritorno”, vale a dire una fase nella quale risulta assai difficile ricorrere a soluzioni alternative o porre riparo a danni di grossa entità;
considerato  che:
quanto sopra descritto non rappresenta un evento isolato in quanto nelle Marc he negli ultimi 4 anni si sono registrati ben 5 eventi calamitosi. Come evidenziato dal rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) “Il consumo di suolo in Italia”, pubblicato il 26 marzo 2014, in Italia risultano ben 70 ettari al giorno di suolo sigillato. A livello nazionale si è registrata una perdita di suolo passata dal 2,9 per cento degli anni ’50 al 7,3 per cento del 2012 c on un incremento di 4 punti percentuali. In tale contesto la regione Marc he in particolare ha registrato uno dei dati più alti, raggiungendo il 10,2 per cento di superficie consumata, e c iò nonostante le particolari caratteristiche orografiche del territorio, c he si caratterizza per lo più per i rilievi montuosi e collinari c on strisce pianeggianti localizzate lungo le valli alluvionali e per la c osta;
la fascia costiera marchigiana ha rappresentato una porzione delle analisi condotte dall’Ispra, c he ha rilevato come nella fascia compresa entro i 10 chilometri dalla c osta il consumo di suolo assume valori nettamente superiori e continua a crescere più velocemente rispetto al resto del territorio nazionale passando dal 4 per cento degli anni ’50 al 10,5 per cento nel 2012;
il comune di Senigallia, nello specifico, risulta storicamente uno dei più colpiti a livello nazionale per le esondazioni, in particolare del fiume Misa. Tale c orso d’acqua ha infatti caratteri naturali di tipo torrentizio c on piene repentine c he più volte, anc he negli ultimi dec enni, hanno interessato il territorio comunale;
per tali ragioni, sin dagli anni ’80, c on le risorse del Fondo investimenti e occupazione (FIO) del Ministero del bilancio, furono stanziati circa 16 miliardi di lire per il progetto delle c asse di espansione e laminazione e la relativa realizzazione. Tale progetto fu predisposto dalla società “Aquater” del gruppo ENI sin dagli anni ’90, ma mai realizzato;
dopo una prima gestione regionale, la Regione stessa ha delegato alla realizzazione dell’opera già progettata c on c osti ingenti, lo stesso Comune di Senigallia. Quest’ultimo, dopo anni di stallo, nel
1980 ha restituito la delega della realizzazione dell’opera alla Regione. Successivamente la Regione Marc he, in virtù delle deleghe trasferite alle Province, ha ulteriormente trasmesso la delega alla Provincia di Ancona;
la Provincia, c on delibera di giunta n. 524 del 2009, ha finalmente approvato il progetto definitivo
(in realtà, un altro progetto c on un c osto di 130.000 euro);
il 12 gennaio 2010 è stato avviato il procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) regionale dell’opera approvata da parte della Provincia di Ancona; in data 19 gennaio 2011, c on decreto regionale, l’Ufficio valutazione e autorizzazioni ambientali ha dato esito positivo c on prescrizioni al fine di realizzare l’opera. Ad oggi nulla è stato realizzato e di recente, il 3 aprile
2014, c on decreto regionale, lo stesso Ufficio ha modificato il precedente decreto eliminando di fatto le prescrizioni;
l’area terminale del fiume Misa è interessata dalla perimetrazione a rischio “R4-grado massimo”, rischio molto elevato, per possibile perdita di vite umane nel piano di assetto idrogeologico della Regione Marc he. Tale perimetrazione era molto più estesa e coincidente c on quella dell’esondazione verificatasi il 3 maggio 2014. A seguito delle osservazioni prodotte dal Consiglio dell’amministrazione locale di Senigallia, l’area è stata ristretta per favorire, a parere degli interroganti, la più bieca speculazione edilizia;
gli argini del fiume Misa a monte della città di Senigallia, letteralmente distrutti, sono classificati di sec onda categoria sec ondo il regio decreto n. 625 del 1904, ancora vigente. Nei confronti di queste opere, da mantenere come prati erbosi, devono essere presi i massimi accorgimenti mentre, al contrario, si presentano in totale stato di abbandono;
considerato inoltre c he, a parere degli interroganti, il collasso delle opere arginali e la repentina e disastrosa alluvione è conseguente non a piogge eccezionali, ma all’incuria e al lassismo degli enti competenti, tra i quali la Regione Marc he, la Provincia di Ancona e il Comune di Senigallia. Le responsabilità sono attribuibili al Comune, c he ha consentito lo sviluppo edilizio nelle aree individuate dal piano di assetto idrogeologico come pericolose;
considerato infine c he tra le aree interessate dagli eventi alluvionali vi è anche il comune di Ostra (Ancona), distante poco più di 10 chilometri da Senigallia, dove è in progetto la c ostruzione di una c entrale a biogas. Il sito dove l’impianto dovrebbe sorgere non è peraltro nuovo ad eventi alluvionali, come già fatto rilevare dal comitato “NoBiogasOstra” in apposito ricorso al TAR, in seguito bocciato. Nello specifico, l’impianto autorizzato è posto nella pianura alluvionale del torrente Nevola, in un’area esondabile non cartografata dal piano per l’assetto idrogeologico della
Regione Marc he, ma c he presenta tutti i caratteri di esondabilità e c he era già stata oggetto di evento calamitoso del 2011. Risulta evidente, a parere degli interroganti, c he se la c entrale fosse stata c ostruita e attiva, le conseguenze dell’esondazione sarebbero state ancor più gravi per l’intero territorio,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti descritti;
se non ritenga, per quanto di competenza, di dover svolgere gli opportuni atti ispettivi anche al fine di dissipare ogni possibile dubbio circa le eventuali responsabilità delle amministrazioni comunali coinvolte.

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